Il trekking invernale è qualcosa di unico. Sotto la soffice coltre bianca che copre ogni cosa, la natura è addormentata, taciturna. A spezzare di tanto in tanto il silenzio del bosco c’è solo il tonfo della neve che cade all’improvviso dal ramo di un albero. O il fruscio di un animale selvatico che si allontana, schivo. Sembra incredibile: pochi minuti fa eravamo ancora in cabinovia – e adesso siamo immersi nella natura più selvaggia.
Natura che affascina – e commuove
Avanziamo tra gli abeti chini sotto il peso della neve. Il terreno non è dei più semplici da percorrere, si scivola, si sprofonda, per mantenere l’equilibrio a volte ci dobbiamo aiutare con le mani. È faticoso, sì, eppure ne vale la pena, perché la neve rende tutto più magico. Le cime sbucano oltre i rami imbiancati che brillano nel sole. Tutt’attorno solo silenzio, solitudine. I pensieri si fanno nitidi.
Una passeggiata invernale nei boschi del Gitschberg è un concentrato di poesia. O di allegria, specialmente se a fianco a noi in questo
paradiso innevato ci sono bambini che ridono, saltellano e giocano a palle di neve. Felicità, insomma.
Rifugio, tappa obbligata
Siamo sinceri. Estate o inverno, che trekking sarebbe senza una sosta in rifugio? Soprattutto qui sul Gitschberg, visto che l’
area vacanze Rio Pusteria vanta il numero più elevato di malghe e rifugi di tutto l’Alto Adige! Ambiente tradizionale e contagiosa allegria altoatesina: per noi ospiti del Bacherhof la
Pichlerhütteè una tappa obbligata.