Anche in Alto Adige le idee migliori – e le amicizie più belle – nascono a tavola. In questo caso al buffet della colazione.
Tra una chiacchiera e l’altra decidiamo con alcuni altri ospiti di fare un’escursione e chiediamo consiglio alla famiglia Pichler. Zita ci suggerisce un trekking nella
Valle d’Alta Fossa fino al rifugio Pranter Stadl. Non ci pensiamo due volte: conosciamo Zita e sappiamo che un suo suggerimento è una garanzia. È una giornata magnifica, né troppo caldo né troppo freddo, e ci mettiamo subito in marcia. Sì, perché per arrivare in Valle d’Alta Fossa si può partire a piedi direttamente dal
Bacherhof.
Superiamo la chiesa e la vista è già delle più incantevoli. Il paese di
Maranza e la collina su cui sorge sembrano uniti in un abbraccio. A sinistra si spalanca la Val Pusteria e a destra la Valle Isarco, tutt’attorno solo montagne, con le chiare Dolomiti che spuntano in lontananza. Nel cielo una coppia di falchi gioca a rincorrersi. A noi gente di città non sembra vero poter spingere lo sguardo oltre l’orizzonte, sentire il cuore riempirsi di bellezza ed entusiasmo. Che montagne! Così vicine da poterle quasi sfiorare e allo stesso tempo inafferrabili. Riprendiamo il cammino inseguendo le nuvole, grati di poter essere qui – e piacevolmente sorpresi dall’improvvisa scomparsa di quel fastidioso dolorino cervicale.
Avvicinamento a piedi o in auto, poi solo trekking
Arrivati al bosco veniamo superati da un paio di macchine. Tra gli alberi, su tre livelli, c’è infatti anche un parcheggio. Davanti ai cartelli che invitano a ricordarsi le monetine per il parchimetro, sorridiamo: noi, che abbiamo la fortuna di poter lasciare l’auto in hotel, preferiamo investire gli spiccioli in un bel caffè con la panna. Proseguiamo sulla forestale – prima 16A e poi 16B – inoltrandoci nel bosco.
Superiamo altissimi larici e abeti. Ci fermiamo a osservare ogni pianta, ogni fiore, ogni segnavia. Tempo, tempo, tempo. Cosa c’è di più prezioso che avere tempo per la natura? Raggiungiamo un torrentello e immergiamo i piedi nell’acqua gelata. Non che ci facciano male, siamo troppo lenti per avere vesciche. Ma la tentazione è irresistibile: se la natura chiama, non possiamo fare altro che obbedire. Solo più tardi scopriamo che proprio lungo quel torrentello c’è anche un percorso Kneipp e annuiamo soddisfatti: i nostri piedi sono veri intenditori!
La valle delle farfalle
Ma è di fronte allo spettacolo della rugiada che restiamo davvero senza parole. A ogni cambio di luce, così frequenti nel bosco, i fiori e l’erba luccicano come diamanti. La foschia si insinua negli avvallamenti lungo il ruscello e, pur capendo il processo fisico che vi sta dietro, ci sembra una magia. Ronzii e cinguettii attraversano il bosco. E poi farfalle. Dappertutto. Farfalle blu a puntini bianchi, nere, gialle, bianche. Sul sentiero, sui rami, sulle spalle, ovunque si posi lo sguardo.
Caffè corretto panorama
Proseguiamo ancora e giunti al primo rifugio, la Großberghütte, decidiamo che ci siamo meritati un caffè. Ci sediamo su una panca davanti al fienile e capiamo al volo che la valle preferita di Zita è nel cuore di molti. Vediamo passare famiglie e gruppi di amici, sentiamo parlare mille lingue diverse. C’è chi ride, chi chiacchiera e – soprattutto sulle ultime curve prima del lago Seefeldsee – chi sbuffa di fatica. Una gran salita a cui noi, ormai in pace con noi stessi, rinunciamo senza rimpianti.
Tra cascate e cavalli al pascolo
Al
rifugio Pranter Stadel mangiamo uova all’occhio di bue con patate arrosto e un Kaiserschmarren dorato al punto giusto. Sazi e felici approfittiamo poi delle sedie a sdraio per un sonnellino fuori programma. Attorno a noi la natura è la protagonista del più bel film di sempre: montagne che s’innalzano maestose, una cascata che si getta bianca come il latte tra le rocce, qua e là cavalli e capre al pascolo. Un mondo intatto.
Sorridendo verso casa
Per rientrare a Maranza imbocchiamo il sentiero n°15 attraverso il bosco. Quando arriviamo al Bacherhof, dopo cinque ore ininterrotte di incanti,
Zita ci accoglie in giardino con lo sguardo divertito. Capiamo che non siamo un’eccezione. Dalla Valle d’Alta Fossa tornano tutti con il sorriso sulle labbra.