Zita non ricorda la data esatta, ma Toni non ha alcun dubbio: è nel 1972 che a Maranza fu costruito il primo skilift. “Questo primo impianto di risalita è stato una pietra miliare per l’intera area”, racconta Toni. All’epoca a Maranza il turismo era ancora agli albori e la coppia rilevò l’attività alberghiera al Bacherhof dal padre di Zita. “La strada ancora non c’era”, puntualizza Zita. Sì, perché fu solo nel 1979 che venne realizzato il collegamento diretto tra Rio Pusteria e Maranza. Prima da Rio Pusteria si saliva solo in funivia e l’unica strada era quella che passava per la Vallarga e la Kiener Alm. Un accesso complicato che scoraggiava gli ospiti: solo in pochi arrivavano fin quassù sui Monti di Fundres.
“Alla fine degli anni Sessanta il padre di Zita e alcuni altri contadini avevano iniziato a collaborare con dei gruppi di escursionisti tedeschi. I masi della zona davano alloggio – come una sorta di ostello – ai gruppi giovanili in estate e ai gruppi senior in autunno”, mi racconta Toni. Con il primo skilift i turisti cominciarono ad arrivare a Maranza anche in inverno. Per la famiglia di Zita furono anni turbolenti: l’ostello non era adatto a soddisfare le nuove esigenze, il padre di Zita aveva sottovalutato l’immenso lavoro che richiedeva e non riusciva più a gestirlo. Fu allora che Zita e Toni, appena sposati, presero il timone.
“A metà degli anni Settanta”, ricorda la padrona di casa, “il paese era in pieno boom e la collaborazione all’interno della comunità era eccezionale. Gli ospiti hanno influito positivamente sulla vita a Maranza. Tutti conoscevano tutti, ci si confrontava un sacco e tra gli ospiti stessi sono nate moltissime amicizie”.
Per Zita sono le relazioni interpersonali che fanno la differenza in un hotel: i legami tra l’albergatore e l’ospite. Legami che restano intatti anche attraverso le generazioni. Chi ha imparato cosa significa una vacanza qui a Maranza non può fare a meno di tornare. “Da noi si possono intraprendere tante attività, ma si è anche liberi di non fare niente. Una volta che l’ospite lo capisce, gli si apre un mondo”, spiega Zita.
Oggi sono soprattutto la quiete e la rigenerazione che portano gli ospiti a scegliere il Bacherhof e Maranza. “In passato Toni vendeva più grappe Williams in un giorno che oggi in un intero anno. Prima in stagione non andavamo a letto mai prima delle tre, oggi già dalle dieci e mezza non si sente più volare una mosca”, svela Zita.
I due pionieri ricordano con piacere anche gli anni Ottanta, anche se con sentimenti contrastanti. Furono tempi molto difficili: i tassi d’interesse erano altissimi, diverse attività dovettero chiudere o furono vendute a prezzi irrisori. Anche per il Bacherhof fu un periodo faticoso. L’albergo richiedeva l’impegno di tutta la famiglia, visto che i due giovani imprenditori non potevano ancora permettersi dei dipendenti. Nel 1985 finalmente arrivò la svolta: la pressione calò e la famiglia poté riprendere fiato, guardando al futuro con ottimismo. Insieme Toni e Zita si trovarono a prendere importanti decisioni, alcune davvero azzardate. Come nel 1994, quando il Bacherhof aprì la sua prima piscina all’aperto – un rischio, certo, che però si rivelò essere un’ottima mossa. Per Toni la piscina è stata la migliore pubblicità di sempre. “Una rivoluzione”, ricorda Zita.
Presto sarà il turno dei figli di Zita e Toni, che però non hanno fretta di passare il testimone: sono in ottima forma e sanno che l’attività ha ancora bisogno di loro. Gli ultimi anni sono stati tranquilli e la famiglia ha trovato un ritmo perfetto. Ognuno di loro ha anche il tempo di dedicarsi ai propri hobby e di prendersi una vacanza. “Per noi il riposo è fondamentale come per i nostri ospiti!”, spiegano.
Zita e Toni vogliono che l’hotel mantenga le dimensioni attuali e conoscere di persona i propri ospiti. Perché il Bacherhof rimanga anche in futuro quello che è sempre stato: un luogo d’incontro nel cuore dei Monti di Fundres, in Alto Adige. Un luogo in cui l’ospitalità è cultura.