Ma si può mai arrivare a dire: “Il mio uomo ed io beviamo volentieri”? No, la cosa potrebbe essere decisamente fraintesa. Non si beve comunque tutto. Ci si può intendere di vino e si può arrivare a disquisire professionalmente su questo nobile nettare. Questo però non è il mio caso. Perché io invece, semplicemente, bevo volentieri. Punto. Quello che non mi piace assolutamente è il formaggio. Anzi a dirla tutta, io odio il formaggio. E per l’appunto siamo stati invitati dal Bacherhof ad una degustazione di vini e formaggi, sulla quale poter poi scrivere un articolo. È stato in quel momento che ho pensato: quello che non assaggerò in formaggio, potrò forse compensarlo con qualche goccia in più di questo nobile nettare…
Numeri, dati, punti di domanda
Toni ci accompagna nella cantina dell’hotel. Dall’esterno appare come una tipica vecchia cantina in pietra. Ma all’interno – wow! Una tavola rotonda come ai tempi di Artù ricoperta di 1.000 (certo non li ho contati esattamente) bicchieri. Mi guardo attorno – siamo solo in 10 ospiti! A chi serviranno tutti questi bicchieri? La risposta mi viene data a breve..
Oltre la porta a vetri si vedono schierate “30.000” bottiglie, a detta di Toni. E questa non è l’unica cifra che ci viene riportata nel corso della serata. Perché Toni non si intende solo di vini e formaggi, ma anche di statistiche, percentuali, numeri e dati riferiti al settore. Mi complimento con lui per la sua profonda conoscenza del tema e lui, facendo cenno di no con la testa, dice “Di statistiche ce ne sono un’infinità. Quello che conta è riuscire a ricordarle.” La tensione aumenta con l’entità della teoria a cui veniamo introdotti, ma viene presto smorzata dall’entusiasmo di Toni.
Ogni sorso aiuta a capire qualcosa di più..
Il Franciacorta non trabocca dalla bottiglia. Toni lo apre così delicatamente che al massimo arriva a fare un “pffft” alla stappatura. E dopo che tutti hanno potuto godere delle sue gradevolissime bollicine la tensione iniziale svanisce e l’atmosfera si rilassa. Si assaggia il lardo. È una cattiveria il fatto che una cosa così grassa possa essere così fantastica! Assaggiamo un Veltliner Federspiel della Wachau. Toni ha già conquistato il gruppo della tavola rotonda e si appresta già a servire nei bicchieri il prossimo vino. È un Riesling vendemmia tardiva secco del 2012, della cantina Bauer. Assaporo e riconosco lentamente nel bicchiere quello che Toni sta suggerendo. La mineralità penetrante dell’ardesia, la buona struttura, le chiare note citriche, i sentori di sambuco e pesca. Il vino ci entra nell’anima, e ci cattura. E tutto cambia inspiegabilmente.
Fiasco giornalistico
Mentre tutti attorno a me assaggiano l’assortimento di formaggi abbinato ai vini e sembrano cadere in trans chiudendo gli occhi, Toni ci racconta che l’Alto Adige produce 26.000 tonnellate di formaggio l’anno. È incredibile. Se provo ad immaginare tutta questa mole di formaggio e all’odore che potrebbe emanare, mi sento male. Infilo quindi il naso dentro al bicchiere. Stiamo bevendo Amarone riserva, Aldeghieri, 2003. Mio marito è incantato ed io di conseguenza perché come si diceva prima, riconosce quello che è davvero speciale. Ancor prima che io riesca ad assaggiare il vino rosso, Toni mi sta già servendo un altro bicchiere. E proprio mentre cerco di associare quello lui dice sul vino alle mie percezioni, mentre cerco di godere delle sensazioni che questo vino mi sta regalando e che dovrei mettere per iscritto, mi accorgo che le cose non vanno come dovrebbero. Perché, all’improvviso, della teoria non mi interesso più nulla, mi concentro solo sulle sensazioni che sto provando. Il piacere della compagnia è più importante. Le risate. Lo stare bene. Rinuncio alla mia veste di giornalista e lo faccio consapevolmente. E la cosa non mi dispiace. Al momento è così. Ed è questo ciò che conta. Giusto?
Quando il vino dà in testa
Formaggi di capra, formaggi di pecora – e ad un certo punto gli ospiti ricevono uno strano pezzo di formaggio dal colore dorato (
Occelli al Whisky). Alla mia richiesta “Me lo fai assaggiare per favore?” mio marito mi guarda sconvolto, come fosse stato colpito da un fulmine.
Il primo formaggio della mia vita. Mi ricorda l’orzo. Forse un po’ anche il cioccolato. Se non sapessi che si tratta di un formaggio, mi piacerebbe di sicuro. Ma non così tanto come i vini. Ce ne sono svariati qui di fronte a me. Li confondo. Toni parla di Barolo Lazzarito, 2001 e io annuisco assertivamente, apparendo disinvolta e introdotta in materia. E nel frattempo continuo ad assaggiare il Brunello. Il mio vicino mi fa notare una cosa. Abbasso lo sguardo sui miei appunti scombinati e mi rendo immediatamente conto che: il mio articolo sarà impossibile da scrivere. Nei prossimi giorni non sarò mai capace di rileggere quello che ho scritto. Ma pazienza. È uguale. Questa serata è perfetta. E se sarò capace di trasmettere questo ai miei lettori, avrò comunque assolto al mio compito. È vero?
Toni è stato il massimo!
100 punti.
Hicks.
Grazie a Dio Toni mi ha fatto avere una lista dei vini e dei formaggi che abbiamo degustato.
Assolutamente consigliabile!